Ugo Foscolo e il proprio ritratto

Solcata ho fronte, occhi incavati intenti
crin fulvo e munte guance, ardito aspetto
labbri tumidi arguti, al riso lenti
capo chino, bel collo, irsuto petto

membra esatte; vestir semplice eletto
ratti i passi, il pensier, gli atti, gli accenti
prodigo, sobrio; umano, ispido, schietto
avverso al mondo, avversi a me gli eventi


mesto i più giorni e solo; ognor pensoso
alle speranze incredulo e al timore
il pudor mi fa vile; e prode l'ira

cauta mi parla la ragion; ma il core,
ricco di vizi e di virtù, delira:
Morte, tu mi darai fama e riposo.

mi è DOLCE NAUFRAGAR in questo mare degli esami di maturità a me particolarmente cari per il fatto che diedi il meglio di me appassionandomi agli studi, non più di sotterfugi o fughe,
come era stato nei primi anni dell
e superiori, ma di consapevolezza di una maturità finalmente
raggiunta e di un amore ripagato per tutto ciò che è Cultura.
Per me è stato il passaggio netto dal cervello di un ragazzo a quello di un adulto e quello che maggiormente ricordo con affetto è stato il "gioco di squadra" tra professori e studenti, non più
il gatto e il topo ma la lotta e ricerca comune di un traguardo.
Auguri a tutti i maturandi con questo bel ritratto che fece di sé il Foscolo e che è stato per me un
vero e proprio cult ... da leggere e rileggere

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