Le caramelline da una lira

caramelline da una lira
C'era una volta, mezzo secolo fa, lungo la scalinata di Numana chiamata Costarella, il negozio di generi alimentari, sali e tabacchi di Francesco Amorini detto Francé dello spaccio. Da bambino con Francé ormai vecchio e inabile, il negozio era gestito dai figli Gaetano e Alfredo, entrambi celibi e con caratteristiche particolari. Il primo, più grande, taciturno e imperscrutabile, era la mente dei due, con un livello di istruzione superiore che gli consentiva addirittura di impartire ripetizioni di matematica. Il secondo mostrava invece un grande interesse per il mondo esterno, lui che viveva praticamente rinchiuso tra quelle quattro mura ed era solito affacciarsi in quel mondo solo di notte inoltrata, dando adito a tante dicerie sul suo conto del tutto infondate. Era un timido fondamentalmente e tanto schivo fuori dal negozio, quanto prodigo di domande su quel che accadeva in giro dietro al bancone. Gaetano era anche quello che curava personalmente la "leva" dei tabacchi, andando con la corriera ai monopoli di Ancona per ordinare sale e sigarette. Quando la merce arrivava con la corriera e il facchino la depositava all'inizio delle scalette, lui e il fratello entravano in azione e con un complesso sistema di tavole riuscivano a portare tutta la mercanzia in bottega, facendo ripetuti viaggi con la loro carriola e ballando su quelle tavole poste sopra agli scalini.  Li ricordo ancora con affetto immutato ma quello che amo ancor più rammentare sono le loro caramelline da una lira, tanto agognate e che riuscivo a comprare di tanto in tanto non appena racimolavo dieci lire.
caramelline da una lira
Eh già! Perché almeno bisognava comprarne una decina per volta per apprezzarne il gusto, tanto erano piccole. Con quella somma poi, potevi sbizzarrirti in un assortimento che comprendesse tutte e quattro le varietà in vendita. Contenute in barattoli di vetro trasparente, erano composte da mentine tonde, piatte e bianche, da quelle verdi tipo Valda, dai quadratini di zucchero caramellato dette all'orzo e per finire quelle più simpatiche in assoluto, ovvero delle liquirizie a forma di animaletti. Un mondo dolce che ammiravo e pregustavo col mento appoggiato sul banco, mentre loro con sapiente maestria le contavano e deponevano con un cucchiaio d'osso su un pezzo di carta oleata, con la quale le richiudevano nel consueto cartoccio col quale incartavano poi anche il resto della merce, all'epoca rigorosamente "sciolta". Dal ricordo, ancora vivo nella mia mente, le caramelline da una lira, mi sono imbattuto in questa confezione di mentine simili nel formato ma dal costo di 1 euro e 70. Al che mi sono cimentato in un conto della serva atto a capire se da allora avessero aumentato a dismisura il loro prezzo sul mercato. Ma dai conteggi fatti è risultato un prezzo adeguato ai tempi e le mie paure si sono rivelate infondate. Infatti, dopo aver contato le mentine e aver constatato che il loro prezzo singolo è attualmente di lire 73 circa l'una, il che farebbe un aumento assoluto del 7300%, ho provato a vedere se la stessa cosa è capitata ad uno stipendio medio di un operaio del periodo. Ebbene posto che allora uno stipendio medio mensile si aggirava sulle 40 - 45 mila lire, aumentato della suddetta percentuale e convertito in euro sarebbe oggi pari a 1620 euri mensili. Cosa che è un pochino oltre il reale valore di uno stipendio mensile ma non di molto.
caramelline da una lira

Considerato poi che oggi sono confezionate in una busta di plastica all'interno di una scatola di cartone stampata, la cosa è abbastanza in linea e tale da fugare ogni mia impressione iniziale. Con questo ho approfittato per un gradito ricordo di persone care e del vicinato di allora e anche, mi sia concesso, ... a tenere sotto controllo l'inflazione.

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