Ricordi di pranzi domenicali

lasagne verdi al forno
Eccomi qua a ricordare il tempo passato, quando le famiglie numanesi non avevano il forno a casa e portavano a cuocere i cibi nell'unico forno del paese, quello di Palmira, la mamma di Aldo. Il forno all'epoca era a legna e, siccome si usava fare il pane in casa, occorreva addirittura prenotare, il giorno prima,  il "posto" e questo compito era assegnato ai ragazzi, i quali, risalita la Costarella, si affacciavano dalla mura, che sovrasta la strada che va alla spiaggiola, dove appunto c'era il forno. Da lì ad alta voce chiamavano Palmira: “mamma domani fa il pane, c'è posto per il primo forno?", non perché ci fossero più forni, bensì c'erano più cotture nel corso della giornata e per il pane occorreva trovare posto nella prima "infornata". Ogni famiglia faceva una specie di "marchio" per contraddistinguere le pagnotte, che avevano di solito la forma allungata in modo che ci fossero due "cudrizzi", i più richiesti dai ragazzi. Quando il pane era cotto veniva pulito con uno "spolverino" con  all'estremità piume di gallina, per togliere i residui di cenere, poi veniva pesato e si pagava per la cottura un certo prezzo al chilo. Dopo questa parentesi del pane fatto in casa, con l'arrivo del forno elettrico, da Aldo, che prese il posto della madre, si portavano a cuocere le pietanze ed i dolci che allietavano le tavole delle nostre domeniche e delle feste più importanti. Naturalmente i cibi si portavano al forno nei "testi", cioè nelle teglie, contrassegnate con le iniziali dei nomi per ritrovarle poi a fine cottura. Ne ricordo con piacere i più importanti e graditi da tutta la famiglia:
Vincisgrassi, (tipo lasagne)
Si preparava,sulla "spianatora", la "sfoglia",  con un impasto di farina e uova, steso più volte con il "rasagnolo" (mattarello), facendo attenzione che non si formassero "buchi"...   si tagliavano dei rettangoli di pasta e si mettevano nell'acqua bollente per alcuni minuti, poi si immergevano in acqua fredda e si asciugavano distesi su una "spara"(strofinaccio – canovaccio). Si posizionavano a strati in un "testo" ,fra i vari strati di "sfoglia" si metteva il ragù di carne con rigaglie di pollo, quindi parmigiano grattugiato  e  besciamella.
Pollo Arrosto
Si condiva con olio (poco, perché costava troppo...), aglio, "rosemarì" (rosmarino) e sale, si metteva nella teglia in compagnia delle patate, che erano la nostra passione.
Verdure gratinate
Pomodori, melanzane e zucchine (quando c'erano), queste verdure venivano tagliate a metà e sopra ciascun pezzo si metteva un impasto di molliche di pane, prezzemolo e un pizzico di sale, si amalgamava il tutto  con un po' di olio, ma  siccome scarseggiava, a volte veniva sostituito dal succo di pomodoro.
La "crescia"
Era la antenata della nostra pizza, si faceva con la pasta del pane, si condiva con un po' di olio e di "rosemarì" (rosmarino)
Torta Margherita
Questo dolce, facile da realizzare, si preparava direttamente al forno, portando gli ingredienti da casa, farina, fecola, zucchero, burro, un po' di latte, lievito e uova, perché si dovevano montare a neve gli albumi, con i quali si facevano poi anche le decorazioni, era un dolce soffice e spugnoso.
Ciambella
Dolce con farina,  burro, zucchero, uova,  latte,  lievito e uvetta sultanina, l'impasto di solito era di forma allungata oppure con il buco al centro, a volte la mangiavamo anche a colazione inzuppata nel latte.
Dolci di Pasqua:
Crescia di Formaggio
A forma di panettone, ma anziché essere un dolce era una specie di pane salato di consistenza spugnosa ricco di formaggio, ottima se accompagnata da prosciutto o salame.
crescia di formaggio marchigiana

Crescia dolce
Anche questa a forma di panettone, con uvette e canditi. La preparazione della crescia di Pasqua di Formaggio e Dolce  veniva tramandata ed ogni famiglia aveva quel piccolo ingrediente segreto che la rendeva speciale.
crescia dolce marchigiana

Questo viaggio nel passato è giunto al termine... mi sembra ancora di sentire nell'aria il profumo, l' aroma di quei piatti semplici che hanno allietato le nostre domeniche, i nostri compleanni e le altre feste più significative, quando non c'era la televisione a distrarci e si mangiava tutti insieme quei cibi preparati con tanto amore dalle nostre mamme e dalle nostre nonne...
Se vuoi prossimamente possiamo ricordare anche le altre ricette tipiche fatte e cotte in casa.
Ciao
Anna

Naturalmente i miei ricordi coincidono con i tuoi e quei momenti, odori e sapori, resteranno per sempre nei nostri cuori. Ringraziandoti per questa bella carrellata di bontà, intendendo non solo le leccornie presentate ma anche il contesto dove venivano preparate in quella società dove tutto ci sembrava buono e forse lo era, ti rinnovo l'invito, quando avrai il tempo giusto, a mandarmi i tuoi preziosi e sempre graditi contributi. Troveranno sempre uno spazio adeguato qui nel blog. 

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