Insegnò loro a leggere uno spartito …

La popolazione era formata per la maggior parte da ragazzi, vecchi e donne, alcune delle quali lavoravano a casa come bustaie per la ditta Peponi. In questo contesto, alla fine del secolo, un certo padre Francesco, un frate organista il quale abitava nella casa che successivamente fu della maestra Carini, fondò una scuola di musica. Tolse dalla strada molti giovani, insegnò loro a leggere uno spartito e a suonare strumenti a fiato. Questa forma di cultura venne accolta con entusiasmo e molti adolescenti, divenuti bravi suonatori, formarono un gruppo ben affiatato dando origine alla "Filarmonica" che ben presto divenne famosa ed apprezzata nella zona. La banda era formata dagli artigiani: Galinelli, El Salaru, El Ruscettu, Vincenzo Ceccarelli, Culiu, Pasquale de Baldò, Millanta, Lisà del Pustiò, 'Rturu de Finellu o Gaminu, Ugè de Paulò, Ercole del Lanaru, Gervà del Marciaru, Gadi' ed altri. Fra tutti spiccava Nazzareno Frontalini, ottimo clarinettista, che divenne in seguito il maestro del corpo orchestrale.
Nazzareno era fratellastro di Gustu de' Paulina il quale aveva navigato sui velieri ed all'età di 19 anni, al passaggio dell'Equatore, forse per una meningite, aveva perso la vista. Ho conosciuto quest'uomo buono e intelligente che, nonostante la cecità, piegava cartoni per mantici, costruiva trappole per topi, gabbie per uccelli, impagliava seggiole e faceva le "separole" che tutti gli richiedevano perchè erano le migliori. foto tratta dal sito organetto.it Gustu era molto rinomato come suonatore d'organetto "diatonico", (la fisarmonica ancora non si conosceva), che gli aveva fabbricato il fratello.
Non si riesce a capire come Gustu sia riuscito a diventare così bravo; non poteva leggere la musica perchè era cieco, non esistevano né radio, né dischi. Mi diceva che interpretava solo le sue composizioni. Se durante la notte gli veniva in mente un motivo, toccava i tasti, si imprimeva l'arietta melodica nella memoria e di giorno completava il brano. Alla "Fenice", dove egli suonava per il ballo, faceva sempre un pienone di gente vista anche la modica cifra di entrata di dieci soldi. La notorietà comunque Gustu la ottenne suonando nel Lazio. Partiva, accompagnato dalla madre, in primavera e ritornava in autunno. Ci sarebbero molti aneddoti da raccontare, legati a questo curioso personaggio numanese, ma sarebbe impresa troppo lunga. Un episodio però voglio riportarlo. Nella piazza di una cittadina del Lazio si fronteggiavano due caffè (figuriamoci la nostra Piazza del Santuario con i caffè Morelli e Burattini). Gustu si presentò al proprietario di quello più affermato, chiedendo di suonare, ma fu respinto, forse perché cieco. Si rivolse allora al concorrente e la gente si riversò tutta in questo locale. A nulla valse, malgrado una pingue ricompensa, la richiesta del primo gestore che voleva suonasse da lui.
"mia cara Numana de 'na volta" di Liberato Drenaggi - continua …

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